Dall'Esperienza sensibile al Multimediale tramite l'Interfaccia

Il multimedia così come lo conosciamo oggi nasce nel 1978 ad opera del più brillante profeta dell’era digitale Nicholas Negroponte.
E’ infatti del 1978 il progetto ASPEN con il quale si apre l’era della multimedialità. Il progetto, commissionato dai militari americani, consisteva nel riprodurre un’intera città in modo reale ed aver la possibilità di interagire con elementi della stessa, come ad esempio una cabina telefonica e anche con persone opportunamente posizionate.
Tutto questo fu possibile riprendendo strada per strada, angolo per angolo la città di Aspen e poi congiungendolo in filmati selezionabili su un laser disc da perte del computer che asua volta rispondeva alla richiesta dell’utente.
Fu una vera rivoluzione tanto che i militari furono incaricati di ricostruire ambasciate e aeroporti per prevenire e simulare attacchi terroristici.
Ancora una volta la ricerca finanziata dal governo militare americano dava degli spunti per poter intraprendere una strada nuova.

Il multimedia ha in se diverse problematiche dettate dall’INTERFACCIA con l’uomo che si stanno via via risolvendo.
Fino ad adesso il multimedia si è concentrato su due dei 5 fondamentali sensi dell’uomo: la vista e l’udito che sono stati molto esplorati perché riescono a darci una complessa concezione dello spazio, tanto che l’architettura fa leva soprattutto su questi 2 sensi per la rappresentazione visiva, ed in secondo luogo perché sia la vista che l’udito sono stati facilmente traducibili in forma digitale.

 

 

 

 

Ma grandi progressi si stanno compiendo anche in campo dell’olfatto, e di recente annuncio lo sviluppo di alcuni processori che riescono a produrre degli odori ed anche se allo stato attuale si possono riprodurre solo alcuni odori già si può immaginare cosa potrà essere la visione di un ambiente virtuale con l’aggiunta di odori come per esempio della terra bagnata o anche di odori che fin adesso non sono mai stati creati e che ci forniranno delle nuove emozioni.
L’interfaccia, appunto sta giocando un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo dei mondi virtuali anche perché non è altro che il mezzo per far interagire l’uomo con la macchina e il suo rapido sviluppo lo permette in maniera meno invasiva possibile.
Il primo tentativo di creare una interfaccia multimediale, se pur analogica, fu nel 1969 in una esposizione al “Memorial Union Gallery” dell’università del Wisconsin.
Si richiedeva al visitatore di entrare in una stanza buia le cui pareti erano rivestite di tubi a fluorescenza e all’interno della quale una musica elettronica correva lungo i muri da un punto all’altro e così anche luce dei tubi.
Le azioni dei visitatori sono state descritte da Myron Kruger uno dei creatori della mostra: “La gente reagiva all'ambiente in modo sorprendente: si formavano gruppetti di persone tra loro estranee; giochi, applausi e canti nascevano spontaneamente. La stanza pareva soggetta a sbalzi d'umore: a volte piombava in un silenzio di tomba, a volte era rumorosa e disordinata. Ciascuno si inventava dei ruoli. Una donna si era messa accanto all'ingresso per baciare tutti gli uomini che entravano, approfittando del disorientamento dovuto al buio”.
Il passaggio fondamentale fu quello dell’interfaccia di tipo CLI (comand line interpreter) ad una di tipo grafica. I computer di tipo CLI furono gli antesignani del Personal Computer ed un esempio è il classico MS-Dos della Microsoft che adesso, se pur con un interfaccia amichevole di tipo grafico, domina il panorama mondiale. Restano però dei sistemi di tipo CLI sicuramente più validi, basati su Architettura UNIX tipo LINUX che si stanno ritagliando una buona fetta di mercato grazie all ”Open Source”.
Idea portata avanti da Richard Stallman famoso Hacker che dagli anni ’70 fino ad si è battuti per la liberalizzazione del software ed oggi Guru riconosciuto a livello mondiale.
La prima interfaccia grafica fu creata da PARC nel 1972. I ricercatori cercarono di sostituire la linea di comando con una immagine che rappresentasse in maniera immediata il concetto.
Il risultato fu quello di avere una scrivania virtuale con al suo interno delle “icone” grazie alle quali, in maniera intuitiva, si interagiva con la macchina.
Era nato il prototipo del desktop del Machintosh che a sua volta venne copiato da Microsoft Windows e che farà il successo del personal computer.
Nel 1976 sempre quel Nicholas Negroponte insieme a Richard Bolt facente parte del “Architectural Machine Group” trasformarono il computer in un ufficio della memoria. Il concetto di gestione spaziale dei dati fu elaborato per collocare l’utente all’interno di questo “ufficio virtuale” che fu battezzato “stanza dei media” che fu dipinto “come un computer dalle dimensioni di una stanza, dove il corpo dell’utente è il cursore-puntatore e la voce è la tastiera”.
L’interfaccia grafica ha posto le basi per tutto lo sviluppo successivo della realtà virtuale ed uno dei linguaggi che contribuirono e contribuiscono al suo sviluppo è il VRML
 
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